BRIAN RAINERO. OSSESSIONE DA NUMERO 1
La società ASD STRESA VERGANTE comunica di aver trovato l’accordo con Bryan Rainero, portiere classe 1998.
La sua carriera calcistica prende il via alla Pro Vercelli dove arriva fino alla Primavera. Poi il salto nel calcio dei grandi, a Trino, in Eccellenza. “Sono arrivato a Trino dove ho conosciuto l’allora Direttore Sportivo, Francesco Ristagno. In panchina c’era il grande mister Giorgio Rotolo e il mio preparatore era Mario Bernaudo. Queste tre persone hanno creduto fortemente in me. Non è stato facile l’impatto, ero un ragazzino che si affacciava per la prima volta al calcio dei grandi. Dovevo crescere in fretta e loro mi hanno guidato dal punto di vista dell’impatto mentale e della crescita personale in quello che, per me, era un nuovo mondo. Non potrò mai smettere di ringraziarli, senza di loro non sarei qui e non avrei fatto le cose che sono riuscito a realizzare”. Dopo il campionato a Trino, Brian entra nel radar della Folgore Caratese del Presidente Michele Criscitiello. “Una società importante, con un presidente importante che ti chiama, non fa venire nemmeno un dubbio sulla risposta. Ho giocato due anni da titolare in serie D e poi sono stato trasferito al Milano City. Ho collezionato 89 presenze prima che il Covid bloccasse tutto. Quando il calcio ha ripreso, mi sono trovato senza squadra e mister Bernaudo, che nel frattempo si era accasato a Biella, mi ha voluto con lui. Sono stato alla biellese per 4 anni e la mia storia si è inevitabilmente intrecciata con quella dello Stresa”. Da avversario Brian ricorda il cammino parallelo delle due società. “Quando è tornato il Covid, lo Stresa non ha partecipato al mini campionato e noi siamo arrivati allo spareggio giocato al Piola di Novara contro l’RG Ticino. Hanno vinto loro e abbiamo ricominciato la nuova stagione con la voglia di riscatto. Ma lo Stresa ha disputato un campionato esaltante e ha vinto”. Poi nella scorsa stagione Rainero ha attraversato forse il periodo più brutto della sua carriera, la rottura del legamento crociato del ginocchio, l’incubo di ogni calciatore. “E’ stata davvero dura, un vero calvario. Sapevo che però avrei dovuto superare questo ostacolo perché non era ancora il momento di arrendermi. Devo ringraziare mia moglie, che ho sposato lo scorso luglio, perché mi ha supportato e sopportato durante il periodo più brutto della mia vita. E ringrazio lei anche per avermi regalato la più grande Vittoria della mia vita, mia figlia, che amo e che ho accanto ogni giorno. Vedere che mi corre incontro ogni volta che rientro a casa, sentire il suo abbraccio, anestetizza anche la più brutta delle sconfitte. Se grazie ai miei allenatori, sono diventato il portiere che sono, è grazie alle mie donne se sono diventato un uomo”.
Ed ora ecco che arriva la chiamata dello Stresa, dopo che Rainero non è stato riconfermato a Biella. “Quando mi ha chiamato il DS Biscuola, non ho nemmeno dovuto pensare a cosa rispondere. Lo Stresa è una società importante, ma soprattutto, so che ho trovato anche una seconda famiglia. Questo è ciò che dicono anche i giocatori che hanno indossato questa maglia. Sono onorato di essere qui e non vedo l’ora di poter indossare la maglia con il numero 1 dietro la schiena: è la mia ossessione. E’ quello che mi sprona a superare ogni ostacolo, è ciò che mi sprona a migliorarmi ogni giorno”. Caratterialmente molto determinato, diventa un perno importante per la costruzione del gioco della squadra che, ormai lo sappiamo, nel calcio moderno parte sempre più dai piedi del portiere. “Mi ispiro da sempre, per caratteristiche e gioco a Marc-André ter Stegen, il portiere del Barcellona. Io sono alto 184 centimetri e per un portiere moderno, non è molto. Ma ho tanta forza nelle gambe che mi rende esplosivo e mi piace molto giocare coi piedi, diventando utile ai miei compagni. Poi, chiaramente, devo parare, questo fa parte del mio lavoro. Ma quando non ho la palla tra i piedi, cerco di guidare con la voce i miei compagni, per dare loro un punto di riferimento certo dalla mia posizione, che mi consente di vedere tatticamente tutto il campo”.
Rainero ha iniziato il suo percorso a Stresa nell’allenamento di martedì, agli ordini di mister Mora e Moretto, di certo non si è risparmiato e da subito è apparso integrato con i suoi compagni. Per la foto di rito, ho portato la numero 22. Lui mi guarda, sorride e dice: mi piace molto. Ma non si nasconde. La sua ossessione è ben radicata. “Lo ripeto: il numero uno è la mia ossessione. Darò tutto per avere addosso la maglia dello Stresa con il numero 1. E’ una maglia importante che merita rispetto e duro lavoro. Il calcio per me è tutto e io voglio dare tutto al calcio. E ora prometto di dare tutto me stesso allo Stresa”.